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I Miei Libri

Lucì, Demè e il cero viaggiante

Data di pubblicazione 13 ottobre 2022

Un viaggio, ricco di simbolismi e metafore, che vuole richiamare il meraviglioso viaggio della vita. Vi troverete rappresentate, nella figura dei due protagonisti, Luciana e Demetrio, la perseveranza nel perseguire gli obiettivi, la fiducia nel futuro e la gioia del “fare” a qualunque età. Questa dolce storia vi porterà a credere alle favole e a tutto il mistero che ci circonda, all’amore e al quotidiano senso dell’umorismo anche nelle situazioni più cupe. Vi insegnerà a vedere oltre, ma soprattutto a sognare.

RECENSIONI

Gabriele Innocenti (da Facebook)

Recensito in Italia il 19 ottobre 2022

Dalle prime pagine hai la curiosità di capire come si evolve il romanzo e poi ti ritrovi a divorarlo in due giorni, con stati d’animo altalenanti e situazioni con cui facilmente riesci ad immedesimarti. Complimenti!

Stefania Piras (da Amazon.it)

Recensito in Italia il 25 ottobre 2022

Una coppia anziana che ha vissuto molti anni assieme decide di affrontare un viaggio, per trasportare un cero benedetto fino a Lourdes, con lo scopo di rendere migliore il mondo. Tutto normale, ci pare, succede molto spesso. Invece no. Perché il viaggio lo fanno con un’Apecar scalcagnato, e durante questo viaggio ne capitano di tutti i colori.
Ma non finisce qui. Infatti ciò che capita supera l’immaginazione e i confini del reale. Pare proprio che delle forze vogliano ostacolare il viaggio, mentre altre proteggono i due intraprendenti nonnini. Portandoli assieme al lettore dentro un’avventura incredibile, e dentro le pieghe di un amore che ha radici profonde. Mi son commossa leggendo questa storia, che Gianluca Piattelli  e Sonia Filippi ci hanno voluto regalare. Forse per dirci che l’amore, quello vero, resiste al tempo e alle rughe, e a lui dobbiamo aggrapparci per non soccombere. E dobbiamo crederci, con la stessa fiducia che Lucì e Demè hanno l’uno verso l’altro. Meraviglioso, veramente complimenti!
👏👏👏👏👏

Natascia Zordan (da Facebook)

Recensito in Italia 8 novembre 2022

Un viaggio in mondo di simboli e realtà quotidiana.
Un libro a quattro mani che, man mano che si prosegue nella lettura, non si scorgono più. Interessano Lucì, Demetrio… il cero e quell’Apecar che rimane un simbolo di tenacia e libertà. Due nonni che si avventurano in un mondo che poco appartiene alla loro quotidianità, ma molto al loro spirito. Il viaggio di nozze in ritardo, il casinò e la cartomante che urtano con lo scopo del viaggio che è quello di portare a Lourdes un cero benedetto per chiedere la grazia. Lucì e Demè siamo tutti noi, nella nostra lieve concretezza quotidiana, ancorati a terra dalle criticità, ma con una gran voglia di volare.
Una sola critica: i gatti neri, cara Lucì, anche nel buio della notte, non sono tutti uguali, sono in grado di regalarci emozioni e tenerezza infiniti perché sono l’anima del nostro io più nascosto.

Eleonora (da Amazon.it)

Recensito in Italia il 11 dicembre 2022

Cari Gianluca e Sonia vi ringrazio per le ore trascorse insieme! Ho viaggiato insieme a Demetrio e Luciana con suspense, divertimento e tenerezza. L’amore che i due protagonisti hanno si vive attraverso le vostre parole… un amore tenero, coraggioso, protettivo, ironico, rispettoso, immenso. Grazie davvero!

Silvia (da Facebook)

Recensito in Italia il 18 gennaio 2023

Ho letto con piacere questo romanzo donatomi a Natale, il momento giusto per calarsi in una storia commovente e sospesa tra reale e soprannaturale, a momenti molto concreta, ma d’un tratto attraversata dall’inspiegabile, da qualcosa che viene da un mondo altro, in cui si può decidere o meno di credere, ma che comunque affascina. Una storia che fa riflettere sulla potenza dei sentimenti, a qualsiasi età, sull’importanza di credere fermamente in qualcosa, se si vuole che si realizzi. “La vita ti pone gli ostacoli, i limiti li poni tu” è una frase che ho letto per caso ieri, non so chi l’abbia scritto, ma si adatta a questa storia. È pur vero che ci sono limiti che non dipendono da noi. Sorprendente il finale, tra Melville e Dumas. La lettura è veloce, gradevole. Un solo appunto: da toscana doc, ho avuto a volte l’impressione di una certa enfasi, un accumulo di espressioni e interiezioni toscane che sento innaturali, un po’ forzate. Concludo facendo i complimenti agli autori, che sono riusciti in modo straordinario ad amalgamare le loro scritture, a creare un testo a quattro mani in cui alla fine non si distingue più dove finisce Gianluca e inizia Sonia. E viceversa.

Davide Bernardin (da Facebook)

Recensito in Italia il 26 maggio 2023

Il romanzo è ispirato a una storia vera. Lucì e Demè sono una coppia di anziani senza figli, e sono insieme da una vita. Vivono a Roccabuffa, nell’appennino toscano, e decidono un giorno di intraprendere un viaggio alquanto particolare: andare a Lourdes in Apecar, per portare lì un cero. Il percorso sarà ricco di sorprese, belle e brutte, e la trama si dipanerà in un modo del tutto inaspettato, con un finale toccante. Nel romanzo spiccano i dialoghi toscaneggianti, che rendono la storia ancora più veritiera, e l’intreccio di una trama ben costruita. Gli autori riescono a descrivere bene i lati emotivi dei due protagonisti, con cui si riesce ad empatizzare molto bene; persone di un tempo che fu, da cui i giovani del giorno d’oggi dovrebbero imparare molto. Il romanzo è consigliato un po’ a tutti, in particolare a coloro che amano le storie vere ed originali.

Stella Venturelli (da Facebook)

Recensito in Italia il 24 ottobre 2023

Un libro bellissimo che mi ha fatto vivere in prima persona le vicende dei due protagonisti. Ho partecipato a ogni loro avventura fino alla fine, inaspettata. Ho pianto moltissimo ma ringrazio i due autori Sonia e Gianluca per avermi fatto provare così tante emozioni. Una fusione perfetta tra due scrittori diversi, eppure in sintonia. L’ho consigliato a tutte le mie amiche. Davvero meraviglioso.

Daniela Menegon (da Facebook)

Recensito in Italia il 31 ottobre 2023

Appena finito. Ai due autori non posso che dire GRAZIE per aver scritto questo libro che posso definire solo con la parola MERAVIGLIOSO. Ho viaggiato assieme ai due protagonisti, con divertimento, con tenerezza, con ironia, con ansia, ammirando la loro tenacia per raggiungere l’obiettivo. L’amore tra di loro è un amore vivo, tenero, complice, ironico, rispettoso, che va oltre il tempo, oltre le rughe… perché è infinito e per sempre.

David Berti (dal proprio blog)

Recensito in Italia il 5 dicembre 2023

Il romanzo è ispirato a una storia vera. Quella di una coppia di anziani, 78 anni lei e 82 lui, che nella primavera del 2022 intrapresero un viaggio in Apecar dalla Toscana a Lourdes. La missione: portare un cero votivo di quasi due quintali alla sacra grotta di Massabielle. Già l’episodio, per se stesso, crea stupore, curiosità, ma anche simpatia. E Piattelli e Filippi sono stati veramente ispirati nel trasformarlo in un’opera letteraria dalle tante sfaccettature, capace di catturare il lettore.

Demetrio e Luciana ne sono i protagonisti. Nati a Roccabuffa, non l’hanno mai lasciata, neanche per il viaggio di nozze. E ora, dopo 60 anni di matrimonio, si tuffano in un’avventura oltre i confini del proprio universo. Un universo disegnato dalle vie del loro borgo e dalle colline che lo circondano. Popolato da anziani in balia di una vita sempre più incomprensibile e algida; attraversato dalle inquietudini di pochi giovani, stranieri alla loro terra e pronti ad andarsene appena si presenti l’opportunità. A spingerli oltre il sicuro perimetro di un’esistenza semplice, tranquilla, dove ogni cosa risulta amministrabile, o quasi, è il compito di cui si sentono investiti: condurre il grande cero nella grotta di Massabielle. Lì, ardendo, avrebbe di nuovo inondato di luce le anime di Roccabuffa.

Complice il dialetto toscano inserito ad arte e con equilibrio nei discorsi diretti, siamo conquistati da subito dalla simpatia dei personaggi. Viaggiare in Apecar con Demè e Lucì tra paesaggi suggestivi, incontri bizzarri, circostanze grottesche, imprevisti è piacevole. Avvincente. Un pellegrinaggio sui generis fuori, ma anche dentro il tempo. Reale, possibile, terreno ma, a volte, proiettato su un piano onirico, dove atmosfere metafisiche donano alla narrazione un retrogusto noir.  

Così entriamo con i due protagonisti âgé all’interno del casinò di Montecarlo, andiamo a mangiare le escargots in un ristorante francese troppo chic e troppo formale, per loro troppo genuini e pratici, assistiamo alla messa in scena della Bohème dal loggione di un teatro di Montpellier. Esperienze che possono apparire come lussuosi capricci di raffinati turisti, ma per Demè e Lucì l’azzardata realizzazione di sogni nascosti nelle pieghe di un’esistenza sobria e umile oramai al tramonto. Zollette di zucchero assaporate con il pensiero rivolto al portafoglio e con vestiti dall’eleganza improvvisata recuperati in un negozio di capi d’abbigliamento usati. Già, siamo lì, con loro. Impacciati, forse fuori luogo, ma pieni di stupore e grati per le meraviglie di una vita di cui avevano sentito parlare, ma che non avevano mai osato desiderare.

Nella narrazione sembra esserci un terzo protagonista occulto: il fato. Una presenza invisibile, ma onnipresente e a volte inquietante. Parla a Demè e a Lucì attraverso il codice del presentimento e delle coincidenze. Grida i suoi avvertimenti nei tarocchi di una cartomante incontrata lungo il viaggio. Un deus ex machina dai richiami gotici e apparentemente ostile. Ad arginarlo, il sacro cero. Vessillo e talismano contro forze oscure. 

Il romanzo è anche intriso di tanta bellezza e poesia. Scaturiscono dall’amore dei due protagonisti. Un amore delicato, semplice, commovente. Prende la sostanza della reciproca comprensione senza parole dette, di sguardi che accarezzano, di paure dominate per rassicurare l’altro. Dell’assenza di significati senza l’altro, della mancanza di pensieri in cui non sia in qualche modo presente l’altro. Sì, l’altro, sempre e comunque, come parte complementare di sé. Demè e Lucì sembrano compiersi come lo Yin e lo Yang nel cosmico abbraccio simbolo del Tao.

Quindi, un’opera ricca di tante sfumature, dove anche un’esilarante comicità trasuda dai dialoghi, dalle stereotipie dei personaggi e dalle situazioni stravaganti. Nonostante il libro sia scritto a quattro mani, lo stile risulta omogeneo, quasi appartenente a un’unica penna. È pulito, scorrevole, mai reboante. Le pagine scorrono veloci regalando una vasta gamma di emozioni. Una pubblicazione adatta a un target trasversale di lettori e vocata a una trasposizione cinematografica.  

Silvana Adami (da Facebook)

Recensito in Italia il 19 dicembre 2023

Mi piace quando mi regalano un libro e ancora di più se il libro è stato scritto da qualcuno che conosco, come in questo caso. Una storia d’amore e di fede, condita da simpatiche imprecazioni toscane, un misto di realtà e di magia, e poi chi lo dice che realtà e magia non possano convivere? Una storia sorprendente dalla prima all’ultima parola, che narra il coraggio di vivere i propri sogni e andare oltre, perché l’amore e la passione possono compiere anche miracoli. Divertente e commovente, questo libro mi ha tenuto col fiato sospeso fino alla fine e ora che posso respirare mi voglio congratulare con gli autori perché so quanto sia difficile scrivere e credo che farlo a quattro mani lo sia ancora di più. Grazie per esserci riusciti. Chapeau.

PERSONAGGI

Luciana (abitante di Roccabuffa, moglie di Demetrio)

Demetrio (abitante di Roccabuffa, marito di Luciana)

Don Ubaldo (parroco di Roccabuffa)

Chloè (cartomante)

Jean (custode)

Miranda (bambina misteriosa)

Vigili, gendarmi, marinai, albergatori,

teatranti, maschere, personale di casinò,

sacerdoti, pizzaioli, capitano di battello

AMBIENTAZIONE

Roccabuffa (borgo toscano di fantasia)

Ventimiglia

Montecarlo

Camargue

Marsiglia

Montpellier

Carcassonne

Lourdes